La logopedia è una disciplina che valuta e cura i disturbi della comunicazione (“logos”, dal greco, significa parola, discorso).
Da questo già si può capire che il logopedista è, in sostanza, un “professionista della parola”.
La cooperazione tra logopedista e ortodontista è finalizzata soprattutto ad abbassare il rischio di subire una recidiva nel trattamento ortodontico.
Nei casi in cui, nonostante il ripristino della corretta occlusione, persista un’alterazione della deglutizione (es. nell’atto della deglutizione si interpone la lingua tra le arcate dentarie) e in alcuni casi della fonetica (cioè quando vengono pronunciati in maniera errata alcuni suoni, per es. S), la sola applicazione dell’apparecchio ortodontico da parte dello Specialista in Ortodonzia può non essere sufficiente a correggere il problema funzionale.
La Terapia Miofunzionale (TMF) è un programma riabilitativo il cui obiettivo finale è l’equilibrio armonico della muscolatura del viso del bambino, dell’adolescente e dell’adulto.
Per raggiungere tale obiettivo è necessario ripristinare le funzioni orali, se alterate, quali: la respirazione, l’alimentazione (masticazione – deglutizione), la produzione dei suoni del linguaggio e la mimica facciale.
Per questo ci deve essere una stretta collaborazione tra l’ortodonzista, il logopedista e il foniatra.
Il logopedista, in stretta collaborazione con l’ortodontista, ha la competenza professionale per valutare e trattare i soggetti con diverse disfunzioni muscolari facciali ed orali, velocizzare e rendere stabile nel tempo il risultato della terapia ortodontica.
Le alterazioni delle funzioni orali, se non curate precocemente e tempestivamente, possono far insorgere nel bambino uno squilibrio muscolare orofacciale.
I sintomi più frequenti di tali alterazioni sono:
- Respirazione orale (a bocca aperta)
- Deglutizione deviata (durante la deglutizione è presente corrugamento del mento e contrazioni anomale dei muscoli delle labbra)
- Alterazioni o distorsioni dei suoni del linguaggio ( /s/ di sole, /s/ di rosa, /z/ di tazza, /z/ di zaino)
- Palato alto e stretto
- Crescita anormale dei denti (denti a “coniglietto”)
- Vizi orali (succhiamento del dito, delle dita, del ciuccio, perdurare dell’alimentazione attraverso la tettarella del biberon) che possono interferire con la crescita e lo sviluppo del viso
- Anormale posizione della lingua a “riposo” (fra i denti).
Ci sono molteplici fattori da considerare prima di iniziare questo tipo di terapia. L’età non è importante, ma lo è la motivazione per ottenere il risultato. I disturbi miofunzionali orofacciali sono più comuni di quanto si pensi! La ricerca mostra un’incidenza del 38% nella popolazione generale e un’incidenza dell’81% nei soggetti in età evolutiva che presentano disturbi dell’articolazione del linguaggio correlati alle alterazioni delle funzioni orali.
La Terapia Miofunzionale (TMF) viene proposta nei seguenti casi:
- Al fine di eliminare i vizi orali (succhiamento del dito, mangiarsi le unghie, mordere il labbro e/o penne e matite)
- Per aiutare prima, durante o dopo la terapia ortodontica
- Per ripristinare una respirazione fisiologica attraverso il naso
- Per prevenire o correggere i disturbi dell’articolazione del linguaggio.
Dipende dalla collaborazione del paziente e dal tipo di alterazione presente.
Nel bambino, tendenzialmente prima va fatta la terapia ortodontica, per ricreare meccanicamente un ambiente anatomico adeguato come, ad esempio, per espandere il palato, correggere l’affollamento dentale, correggere l’Overjet aumentato (denti a coniglietto).
Solo poi, dopo la terapia ortodontica, quando le basi ossee sono corrette, si inizia a correggere la funzione.
Perché è la Funzione che determina la Forma.
Se persiste una funzione alterata ciò provocherà una recidiva della malocclusione dentoalveolare.
La durata della terapia miofunzionale varia in base alla gravità della disfunzione, alla motivazione e alla collaborazione del soggetto, sia esso bambino, adolescente o adulto.